17 marzo 2016 dal Corriere della Sera
Un anno di detenzione o una multa da 35 mila euro se un adulto pubblica un’immagine di un bambino, compreso il proprio figlio, senza il consenso dell’interessato: questo è uno dei possibili risvolti della normativa francese sulla privacy in tema di minori e della loro immagine sui social. Ma la questione francese, particolarmente estrema, fa parte di un tema già affrontato e di particolare attualità: saranno felici i bambini di oggi e adulti di domani di avere la storia della loro vita pubblicata online? Bambini carini in spiaggia, ragazzine che fanno ginnastica, piccoli in costume o a scuola: una mole di immagini con tag simili che ritraggono i nostri figli nelle loro più innocenti attività quotidiane vengono riversate sul web ogni giorno, senza alcuna tutela della privacy dei piccini e senza la consapevolezza da parte dei genitori che queste foto possono finire su siti di materiali pedo-pornografici. Ma i figli un giorno, quantomeno in Francia, potrebbero decidere di farla pagare a papà e mamma, anche se “postavano” in buona fede. Il tema della tutela dei minori, sempre più articolato, riguarda molti aspetti e la legge d’oltralpe è talmente severa su questo fronte da lasciare spazio a scenari futuri paradossali, eppure possibili.
Come l’ipotesi di un bambino o ragazzino che, una volta cresciuto, trascini i propri genitori in tribunale, incolpandoli di non aver protetto la sua immagine sul web e, con il loro atteggiamento superficiale, di averlo esposto a molti pericoli o comunque a un realtà che non avrebbe desiderato. La legge francese infatti parla espressamente «di obbligo di responsabilità di ciascun genitore nei confronti dell’immagine dei propri figli» e, come spiega l’esperto di etica e web Eric Delcroix, se questo dovere morale e giuridico venisse meno i figli potrebbero rifarsi su mamme e papà negligenti o troppo esibizionisti o semplicemente troppo fieri di quei pargoli da non pensare a sufficienza prima di postare con disinvoltura. Questione dibattuta, non solo in Francia, quella delle foto postate sui social da genitori orgogliosi e desiderosi di fare partecipi amici, conoscenti e seguaci dei progressi nella crescita dei propri “cuccioli”. Ma ovunque si inizia a riflettere sul fatto che questa sovraesposizione di minori inconsapevoli e non consenzienti (per definizione) possa avere risvolti significativi per loro, che ancora non possono scegliere se gradiscono o meno essere postati ogni dieci minuti in rete e essere condivisi da gente che neppure li conosce. In generale in Francia la cultura di tutela dell’immagine dei minori è molto sentita e le autorità recentemente hanno invitato gli utenti internet a combattere la pedo-pornografia iniziando proprio dal rimuovere le foto dei bambini dai social, così come alcuni genitori sono stati forzati a cancellare scatti dei loro figli innocentemente ritratti nudi e postati online.
Proprio al fine di tutelare un corretto sviluppo psico-fisico dei bambini e dei ragazzini, proteggendone la loro integrità a tutto tondo, il profilo Facebook della polizia francese avverte esplicitamente gli utenti dalla propria pagina: «Postare foto dei bambini sui social non è senza pericolo. Proteggete i vostri bambini». E in effetti una recente indagine promossa dal Children’s eSafety Commissioner del governo Australiano rivelava che più della metà delle foto dei siti pedo-pornografici viene trafugata da account social dei genitori (chiaramente ignari). Immagini facili da scattare e ancor più facili da postare, che però potrebbero mettere in serio pericolo i minori che vi sono ritratti secondo le autorità francesi (e non solo). «Diffidate dei messaggi che vi chiedono se siete orgogliosi dei vostri figli, invitandovi in caso affermativo a diffondere loro scatti così altri 10 utenti faranno la stessa cosa», sottolinea la Gendarmerie. E in effetti essere orgogliosi dei nostri ragazzi è un’altra cosa.
Un anno di detenzione o una multa da 35 mila euro se un adulto pubblica un’immagine di un bambino, compreso il proprio figlio, senza il consenso dell’interessato: questo è uno dei possibili risvolti della normativa francese sulla privacy in tema di minori e della loro immagine sui social. Ma la questione francese, particolarmente estrema, fa parte di un tema già affrontato e di particolare attualità: saranno felici i bambini di oggi e adulti di domani di avere la storia della loro vita pubblicata online? Bambini carini in spiaggia, ragazzine che fanno ginnastica, piccoli in costume o a scuola: una mole di immagini con tag simili che ritraggono i nostri figli nelle loro più innocenti attività quotidiane vengono riversate sul web ogni giorno, senza alcuna tutela della privacy dei piccini e senza la consapevolezza da parte dei genitori che queste foto possono finire su siti di materiali pedo-pornografici. Ma i figli un giorno, quantomeno in Francia, potrebbero decidere di farla pagare a papà e mamma, anche se “postavano” in buona fede. Il tema della tutela dei minori, sempre più articolato, riguarda molti aspetti e la legge d’oltralpe è talmente severa su questo fronte da lasciare spazio a scenari futuri paradossali, eppure possibili.
Come l’ipotesi di un bambino o ragazzino che, una volta cresciuto, trascini i propri genitori in tribunale, incolpandoli di non aver protetto la sua immagine sul web e, con il loro atteggiamento superficiale, di averlo esposto a molti pericoli o comunque a un realtà che non avrebbe desiderato. La legge francese infatti parla espressamente «di obbligo di responsabilità di ciascun genitore nei confronti dell’immagine dei propri figli» e, come spiega l’esperto di etica e web Eric Delcroix, se questo dovere morale e giuridico venisse meno i figli potrebbero rifarsi su mamme e papà negligenti o troppo esibizionisti o semplicemente troppo fieri di quei pargoli da non pensare a sufficienza prima di postare con disinvoltura. Questione dibattuta, non solo in Francia, quella delle foto postate sui social da genitori orgogliosi e desiderosi di fare partecipi amici, conoscenti e seguaci dei progressi nella crescita dei propri “cuccioli”. Ma ovunque si inizia a riflettere sul fatto che questa sovraesposizione di minori inconsapevoli e non consenzienti (per definizione) possa avere risvolti significativi per loro, che ancora non possono scegliere se gradiscono o meno essere postati ogni dieci minuti in rete e essere condivisi da gente che neppure li conosce. In generale in Francia la cultura di tutela dell’immagine dei minori è molto sentita e le autorità recentemente hanno invitato gli utenti internet a combattere la pedo-pornografia iniziando proprio dal rimuovere le foto dei bambini dai social, così come alcuni genitori sono stati forzati a cancellare scatti dei loro figli innocentemente ritratti nudi e postati online.
Proprio al fine di tutelare un corretto sviluppo psico-fisico dei bambini e dei ragazzini, proteggendone la loro integrità a tutto tondo, il profilo Facebook della polizia francese avverte esplicitamente gli utenti dalla propria pagina: «Postare foto dei bambini sui social non è senza pericolo. Proteggete i vostri bambini». E in effetti una recente indagine promossa dal Children’s eSafety Commissioner del governo Australiano rivelava che più della metà delle foto dei siti pedo-pornografici viene trafugata da account social dei genitori (chiaramente ignari). Immagini facili da scattare e ancor più facili da postare, che però potrebbero mettere in serio pericolo i minori che vi sono ritratti secondo le autorità francesi (e non solo). «Diffidate dei messaggi che vi chiedono se siete orgogliosi dei vostri figli, invitandovi in caso affermativo a diffondere loro scatti così altri 10 utenti faranno la stessa cosa», sottolinea la Gendarmerie. E in effetti essere orgogliosi dei nostri ragazzi è un’altra cosa.